Cécile Barrois, un diploma di maestra in tasca, un padre morto troppo presto che le manca terribilmente e una gran paura di affrontare il mondo, è in piedi tremante davanti al signor Montoriol, direttore della scuola elementare dove ha ottenuto il suo primo impiego. Non sa dove mettere le mani, balbetta e si impappina. Al povero direttore già sorge il dubbio di dover cercare presto un sostituto.
Cécile però lo sorprenderà, non solo per le sue capacità didattiche, ma anche e soprattutto per le sue doti umane e i due si troveranno presto in prima linea per evitare l'espulsione dal Paese di una famiglia di richiedenti l'asilo i cui figli frequentano la scuola.
Cécile, il futuro è per tutti, è un libro che può non convincere i non addetti ai lavori oppure che può, nella sua semplicità, intenerire, ma che piacerà moltissimo ai maestri. La figura di Cécile infatti pur caricaturale in alcuni aspetti del suo carattere è di un realismo disarmante e tutti si riconosceranno nelle sue riflessioni e nelle sue paure: le notti davanti al computer per organizzare i materiali, e poi come gestire l'indisciplinato? Come convincere i genitori dell'allieva dislessica ad accettare la logopedia? Come adattare il programma alle specifiche difficoltà della classe che talvolta paiono insormontabili? Problemi vissuti e sofferti. Per non parlare della temutissima visita dell'ispettore scolastico - soprannominato l'Uccisore - che piomba in classe chiedendo i piani di lavoro e gli obiettivi. Perfino il direttore confessa di non dormire la notte quando è prevista una sua visita. E noi dormiamo?