venerdì 30 dicembre 2011

Cocci e frammenti, di Fabio Pusterla

È uscito a novembre per i tipi di Alla chiara fonte di Lugano, nome dagli echi scheiwilleriani, l’ultimo lavoro di Fabio Pusterla intitolato Cocci e frammenti.
I frammenti sono quelli di una vacanza al sole della Provenza mentre per  i cocci… basta leggere il libro. La scrittura di Pusterla, già per sua natura essenziale, qui si fa ancora più scarna e graffiante, quasi crudele nel fotografare alcuni istanti di atroce banalità.

2
Nell’afa d’autogrill del giardinetto
di plastica e oleandri è un muro sconcio
che la sguattera varca diretta alle poubelles.
Passa per la sua via come una regina,
con la testa alta e non rabbiosa fame
di nigeriana in Francia sconsolata.


4
<<Amo veleggiare per mari proibiti
e prender terra su coste barbariche>>;
così di sé Ismaele. Ma ora il figlio
del nipote di Melville fa il deejai
è famosissimo si fa chiamare Moby.


Col pensiero non si può non correre subito alle Estive di Giorgio Orelli nel Collo dell’anitra e più indietro fino al Bagno Sirena di quarant’anni fa. Ma le estati sono poi così tanto cambiate?
A non cambiare mai – per fortuna – è lo sguardo del poeta che nella miseria riesce sempre a intuire l’istante di pura bellezza.

8
Sepolta ogni memoria dell’incendio
da rinnovate feste vegetali,
i capolini gialli d’elicriso
costellano le dune tra le rocce
e i marosi. A riva, sopra i mucchi
alti dell’alga secca,
sonnecchiano le berte cinerine
ripiegando le ali.

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