giovedì 15 marzo 2012

L'arte di sparare balle, di Jordan Sonnenblick

San, adolescente di origine cinese che si definisce adottato dalla Cina e adattato agli Stati Uniti, è tutto salvo che in pace con se stesso. Sballottato di continuo attraverso il Paese a causa del padre truffatore professionista (ma è tutto un equivoco - dice il genitore) ad ogni settembre sceglie una nuova identità da portare avanti per tutto l'anno scolastico: una volta è il timido, un'altra il bullo. Per quest'anno scolastico ha una mezza idea di interpretare la parte dell'emo, ma sospetta che i piercing possano far male quindi decide di sfruttare le sue origni orientali (e quattro scarne nozioni apprese in una delle precedenti scuole) per presentarsi come buddista e maestro zen. Incredibile a dirsi, ma il colpaccio gli riesce e il nostro guru finisce con lo scalare rapidamente le classifiche di popolarità. Felicità raggiunta? Nemmeno per sogno: cosa farà San quando - inevitabilmente - sarà smascherato? E come farà la bellissima Woody con i capelli che profumano d'arancia ad accettare che lui sia un'altra persona?

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L'autore di questo libro ha realmente insegnato in una scuola media e si sente: l'idea di fondo è buona, le motivazioni credibili, il comportamento e il linguaggio degli adolescenti ben studiato. Manca davvero poco per farne un grande libro però qualcosa manca: la tensione narrativa non è costante e forse non si ride il giusto. Però si ride, questo di sicuro. E ci si scopre anche a fantasticare: se potessi cambiare pelle ogni anno, tu, chi vorresti essere?

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